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STORIA

Il connettore jack viene anche prodotto in diversi diametri, nella sua configurazione originale il diametro esterno del connettore che funge da conduttore è di 1/4 di pollice (6,35 millimetri). In seguito sono state prodotte varianti più piccole, "mini" da 3,5 mm di diametro e "sub-mini" da 2,5 mm, oltre a una variante più grossa da 7,13 mm usata in aeronautica civile e militare.

Il connettore jack maschio ha forma cilindrica e può disporre da due a cinque contatti. Per indicare la quantità e la posizione dei contatti vengono usati gli acronimi: TS, TRS, TRRS e TRRRS, rispettivamente 2, 3, 4 e 5 contatti. Queste lettere derivano dalle iniziali delle seguenti parole inglesi: Tip (punta) corrisponde alla punta del connettore; Ring (anello) per le parti centrali; Sleeve (manica) per la base del connettore, spesso usata come massa. Per esempio un comune jack stereo per cuffie viene identificato come "jack TRS", in quanto dispone di tre contatti: la punta (T), un anello centrale (R) e il manicotto alla base (S).

Per effettuare la connessione il connettore maschio va inserito nella corrispondente presa jack femmina, la quale dispone di un foro dal diametro leggermente superiore al maschio e al cui interno sono montati i vari contatti. La presa jack femmina viene per lo più montata all'interno dei dispositivi da collegare tra loro, a volte però si può trovare anche come "presa volante" in prolunghe, adattatori e connettori maschio/femmina in diverse combinazioni e versioni.

Sebbene anche tra le comunità degli audiofili emergano critiche verso i cavi di altissima qualità e costo, molti di loro ne fanno uso affermando di percepire udibilmente apprezzabili differenze. Secondo costoro, i cavi presentano determinate caratteristiche all'ascolto, che si confermano al variare dell'impianto Hi-Fi utilizzato. Essi affermano che alcuni cavi evidenziano la gamma bassa oppure quella alta, donano alla riproduzione audio una tonalità "calda" o "fredda", incrementano la scena musicale in ampiezza o in profondità, danno una sensazione di "pulizia" o "trasparenza", eccetera. Molti di questi audiofili affermano di poter sfruttare queste ipotetiche proprietà per correggere, minimizzare o enfatizzare le caratteristiche del suono prodotto delle loro catene audio, adattandole secondo le proprie esigenze di ascolto, tanto che non è infrequente sentire parlare di “suono dei cavi”. La loro teoria, in altre parole, è che i cavi si comportino elettricamente da equalizzatori, e che il loro effetto sia udibile.

I detrattori di queste teorie affermano che in realtà i cavi si limitano a trasferire passivamente dei segnali elettrici da un componente all'altro dell'impianto Hi-Fi, pertanto la loro bontà non si estrinseca nel “suonare” quanto piuttosto nell'alterare il meno possibile il segnale trasferito. Partendo da questo assunto, si può coerentemente concludere che, al fine di ottimizzare le prestazioni di un buon impianto Hi-Fi, è sempre consigliabile utilizzare dei validi cavi, non necessariamente costosi, ma aventi caratteristiche adeguate alla loro funzione, sia dal punto di vista elettrico che meccanico, e il più possibile corti.

I produttori dei cavi di alta qualità, per promuovere i loro prodotti e giustificarne i costi di diversi ordini di grandezza superiori ai cavi generici, pongono l'attenzione su una serie di caratteristiche quali il grado di purezza del conduttore, l'esoticità dei materiali impiegati per conduttore ed isolante, la presenza nel cavo di filtri passivi, l'isolamento di ogni singolo filo conduttore del trefolo, eccetera. Vengono anche pubblicizzate affermazioni difficilmente riscontrabili come la direzionalità, ovvero la supposta capacità del cavo di avere migliori prestazioni se collegato in un verso piuttosto che nell'altro.

Il conduttore elettrico maggiormente impiegato nella costruzione dei cavi audio è il rame, ma esistono anche cavi con conduttore in alluminioargento, in fibra di carbonio, cavi ibridi, e, relativamente ai cavi ottici per l'audio digitale, in materiale plastico o fibra di vetro.

Il connettore XLR è stato prodotto per la prima volta negli Stati Uniti dalla Cannon Electric. La sigla XLR deriva dal nome originale Cannon X; in seguito, furono aggiunti prima un blocco (Latch) di sicurezza, e poi un isolante di gomma (Rubber) attorno ai poli. La sigla XLR è a volte interpretata come "eXtra Long Run". Un connettore XLR può avere diversi schemi di piedinatura, i tipi più comuni sono a tre, quattro e cinque poli. Numerosi produttori, tra cui Neutrik e Alcatel, producono questi connettori, sia in versione con contatti a saldare che con terminazioni a perforazione d'isolante.

Il tipo a tre poli (XLR3) è stato utilizzato fin dal 1950 dalla Ampex per i segnali audio, con la convenzione di utilizzare il pin 2 come segnale di ritorno (o freddo) e il pin 3 come segnale positivo (o caldo). In seguito questa convenzione è stata adottata anche da altre aziende produttrici di apparecchiature. La logica di questo standard è che la successione 1-2-3 (dove il pin 1 rappresenta il contatto di massa o schermo) rispecchia la sequenza crescente della polarità (massa-negativa-positiva). Inoltre, essendo il pin 3 disposto in maniera asimmetrica, esso si identifica più facilmente.

Sempre intorno al 1950 molte altre aziende, tra cui la Magnecord, principale concorrente dell'Ampex, hanno adottato un diverso standard di cablaggio di questo connettore che prevede l'utilizzo del pin 2 come terminale positivo. La convenzione di polarità del pin 2 come terminale positivo è stata adottata per tutti i livelli audio dai costruttori di molti paesi, ed è stata esplicitamente standardizzata per l'uso nei microfoni nel 1975 dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) nella sua pubblicazione 268, parte 12.

La convenzione è stata successivamente approvata per tutte le applicazioni dalla SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers) nella sua raccomandazione RP-134-1986 e dall'European Broadcasting Union (EBU) nella Raccomandazione Tecnica EBU R50-1988. Nelle sue delibere, il gruppo di lavoro sulla normalizzazione della AES (Audio Engineering Society) ha determinato che una maggioranza considerevole di costruttori e utilizzatori negli USA stiano seguendo questa convenzione.

Il gruppo ha concluso che, anche se ci sono valide argomentazioni tecniche e storiche per la convenzione pin 3 positivo, la convenzione del pin 2 positivo è ora ampiamente standardizzata e commercialmente in uso e deve quindi essere riconosciuta, e questo sia per i segnali a livello microfonico che per quelli a livello di linea.