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LUCI PER DJ

LE LUCI DA DISCOTECA CHE HANNO ACCOMPAGNATO LE SERATE NEL CORSO DEGLI ANNI

I primi effetti creati con l’illuminazione sono apparsi molto prima della nascita delle discoteche.

La storia delle luci da discoteca ci riporta al 1942 nel film Casablanca con Humpfrey Bogart dove appare una tra le prime palle da discoteca, la famosissima “mirror ball“. Si passa poi agli anni ’60 quando vennero introdotte le luci rosse per dare l’idea di “caldo” e di accogliente al locale, accompagnate ad una ruota per creare l’effetto stroboscopio.  Gli anni ’60 sono anche gli anni dell’avvento della lampada flash a ritmo della frequenza del basso che però poi si scoprì avere un problema, l’occhio umano aveva delle difficoltà nel collegare il ritmo della musica all’effetto visivo che creava.

Così presto arrivò il periodo di popolarità della “oil wheel” e la macchina del fumo che insieme creavano la famosa atmosfera psichedelica degli anni 70. Ma non sembra abbastanza per ottenere il giusto clima da discoteca.

l’effetto della combinazione delle luci e del fumo

Ogni tentativo di accostare l’illuminazione al ritmo della musica sembrava fallire fin quando non arrivarono gli effetti motorizzati, composti dalle lampade, l’elicottero e lo scanner. Il compito di creare questi effetti visivi a ritmo di musica nel momento giusto venne affidato al DJ ed è proprio per questo motivo che le luci da discoteca vennero rinominate “luci da DJ“. Ma nei grandi locali una singola persona non riusciva a gestire sia la musica che l’illuminazione così nacque così un nuovo ruolo, il “Light Jockey“. Il DJ e il Light Jockey furono ruoli molto in voga negli anni 80 , periodo nel quale questo fenomeno prese piede sempre più.

Fino il ruolo del Light Jockey era solo quello di accendere e spegnere le luci da DJ affidandosi alla propria immaginazione. Ma nel 1990 arriva sul mercato la “Intelligent lighting” nel quale veniva lanciato un fascio di luce che passava attraverso i filtri colorati e attraverso delle forme chiamate “GOBO” passando per uno specchio collegato a due motori che lo ruotavano in tutte le direzioni.